L’emergenza sanitaria scaturita dalla diffusione del Covid-19 ha impattato su diversi fronti il sistema economico.
Le chiusure e parziali riaperture susseguitisi dal primo lockdown hanno generato effetti negativi su variabili quali la contrazione del PIL pari al -9% [1] e la diminuzione del numero di occupati (-2 punti percentuali, pari alla perdita di 456mila posti di lavoro) [2].
L'impatto della pandemia si è manifestato anche sotto forma di contrazione della propensione all’imprenditorialità. Le nuove imprese costituite durante il 2020, infatti, sono state circa 287.000, in contrazione di 18 punti percentuali rispetto alle nuove imprese registrate nel 2019 (circa 352.000).
A questi fattori, si aggiunge anche l’ondata di nuovi fallimenti che si prevede essere in arrivo entro il 2022.
L’eventuale nuovo flusso di fallimenti d'impresa ha spinto il Governo a mettere in campo un insieme di provvedimenti volti, da un lato a congelare le procedure fallimentari e dall’altro a foraggiare le imprese in difficoltà con aiuti economici.
L’effetto a breve termine ottenuto si è manifestato in una evidente riduzione delle procedure fallimentari che nel 2020 sono state 7.168, ovvero il 21% in meno rispetto alle 9.121 unità del 2019.